martedì 11 dicembre 2012

Appunti, spunti e punti dal Campo Studi della FGEI



In questi giorni, a Ecumene, si è svolto il campo studi della FGEI: a Velletri si sono radunati oltre cento giovani evangelici (e non solo) provenienti da tutta Italia; fra loro c'erano anche Marco, Cecilia, Stefano, Camilla, Damilola e per i primi due giorni, Marco Fornerone, accompagnato da Irina, l'inseparabile lupa. Il campo studi è stata una bellissima occasione di incontro, confronto e costruzione di un percorso per la federazione. 
I temi, racchiusi nelle bolle d'ossigeno che ci fanno vivere “come un pesce nell'acqua”, sono stati la piazza, la bellezza, i beni comuni, la giustizia e la comunità. Così la rappresentanza di scambiamente ha potuto cominciare il percorso di riflessione sulla tensione fra crisi e speranza, tema sul quale lavoreremo con i nostri fratelli e le nostre sorelle dal Rio de la Plata. 
Proviamo a lasciare qui alcuni spunti, in modo che chi non ha potuto essere con noi in questo importante momento possa iniziare la riflessione per conto suo, magari condividendola col proprio gruppo giovani o con la propria comunità, o chissà, magari scrivendo un commento qui sotto!

Vogliamo partire proprio dalla bellezza, da quel fascino misterioso che le opere dell'uomo e della donna, la natura, le persone esercitano su di noi: riesce la bellezza a far evolvere il nostro sguardo sul mondo, o è fine a se stessa? E ancora: se la bellezza è soggettiva, come si costruisce l'idea sociale di bello? Quali sono le cose belle che diventano beni comuni, e come tali vanno preservate? Anche al bene comune si è dedicato molto tempo: quanto sentiamo il bene pubblico (dello Stato) come bene comune (della comunità)? I beni privati nascono quando una comunità viene privata della propria bellezza?

Il campo si è chiuso con un bellissimo culto curato da Sandro Spanu, che ci ha esortati a vivere la piazza, a lasciarci contaminare dall'incontro con l'altro e con l'altra e dall'azione politica, rispondendo all'esortazione che il Signore, per bocca del profeta Geremia, rivolge agli israeliani deportati in Babilonia: “costruite case e abitatele, piantate giardini e mangiatene il frutto; prendete mogli e generate figli e figlie; moltiplicate la dove siete e non diminuite. Cercate il bene della città dove io vi ho fatti deportare, e pregate il signore per essa; perché dal bene di questa dipende il vostro bene” (Geremia 29:5,7).

Se questo tema vi ha incuriosito, tenete d'occhio gli organi di informazione della federazione, e intanto approfittare del blog e dei consigli di Stefano Bertuzzi!

1 commento:

  1. Grazie per la "condivisione"! E' bello vedere che, anche a grande distanza, si cammina tutti e tutte nella stessa direzione. Il campo è stato bellissimo e questo grazie a voi che l'avete trasformato da vuoto contenitore disegnato "sulla carta" a progetto attivo e pulsante! E sono felicissimo che con il campo abbiamo contribuito, anche se solo un pochettino, al percorso che state portando avanti con questo progetto! Un abbraccio.

    RispondiElimina