mercoledì 19 settembre 2012

Una lista aperta ...


di Stefano D'Amore

Matteo 10: 2-4
2 I nomi dei dodici apostoli sono questi: il primo, Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello; 3 Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo d'Alfeo e Taddeo;4 Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, quello stesso che poi lo tradì.

Avete mai notato quante liste ci sono nella Bibbia? 
Le liste aiutano a fare chiarezza, a ricordare la genealogia, a definire chi è parte di un gruppo, a dire con precisione chi c’era e chi non c’era, anche a lasciare una testimonianza storica. Non so voi, ma io spesso mi faccio delle liste. Lo faccio per non dimenticare le cose da fare, ma dato che la vita procede, si aggiungono sempre nuovi punti e quindi non ho mai liste chiuse, ma in continuo movimento e questa cosa mi rende nervoso… Se provate a contare il numero degli apostoli ne troverete dodici: i conti tornano. Anche l’Evangelo di Marco è d’accordo. Ma nel Vangelo di Luca non c’è nessun Taddeo e al suo posto troviamo invece un certo Giuda figlio di Giacomo. Non parliamo poi del Vangelo di Giovanni che ne menziona solo quattro, tra cui un certo Natanaele. Viene da chiedersi: com’è possibile tanta imprecisione?
La stessa “imprecisione” la troviamo altrove. Le dodici tribù di Isralele, ad esempio, non sono un riferimento così fisso e quando la Bibbia ne parla, non sempre si capisce a quali si riferisca con esattezza. Anche la lista di chi era presente al momento della morte in croce o della resurrezione di Gesù varia a seconda di chi scrive. Aggiungiamo che questi esempi non sono marginali, ma sono elenchi stilati intorno a fatti importanti. Come risolvere questa sensazione di approssimazione?
Come prima cosa possiamo dire che se chiedessi a voi di stilare la lista esatta di chi fa parte di questo gruppo, sono sicuro che ci sarebbero liste diverse a seconda dei vostri ricordi, della vostra esperienza, della vostra visione del gruppo. Allora, forse, quella che a noi appare come un’inesattezza forse è invece il segno di una complessità delle cose, il segno di una ricchezza, il segno che con occhi diversi si vedono cose diverse. La seconda cosa è che le “inesattezze numeriche” dei testi biblici potrebbero invece essere una
scelta teologica che ci aiuta. Contarsi e sapere quanti siamo è importante perché permette di fare delle valutazioni, di essere realisti e di tarare le iniziative in base alle forze che abbiamo. Ma è importante non cadere nella tentazione di bloccare e cristallizzare i gruppi a cui apparteniamo; è importante che esistano sempre dei posti disponibili perché a volte è un bene non essere in grado di definire con certezza chi è dentro e chi è fuori. Quello che a noi appare come qualcosa di vago e impreciso forse è invece un monito: chi chiude le liste senza sentire ragione chiude se stesso nel buio e nella sterilità.
I gruppi di persone che vivono i momenti più importanti della storia di Israele e della vita di Cristo hanno frontiere fluide e non rigide. Ma sono anche gruppi saldi, definiti, collegati al loro interno. Sono uniti e non dispersi; aperti, ma non confusi e indefiniti. Flessibili, ma non frammentati. Lasciano aperte le liste, questo sì.
Che il Signore ci dia di vivere senza l’assillo di blindare gli elenchi, ma desiderosi di creare nuovi legami, di sentirci invitati nelle liste di altri e di invitare altre alle nostre liste, perché un legame più forte ha già afferrato ciascuno e ciascuna di noi. 
Amen

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